C’è anche il Consiglio Nazionale dei Giovani, di cui AVIS è membro, tra i firmatari del manifesto che vuole portare l’Italia a essere il primo Paese europeo a centrare gli obiettivi fissati dall’OMS

Un manifesto. Quattro proposte di politica sanitaria per far sì che l’Italia diventi il primo Paese europeo a centrare gli obiettivi indicati dall’OMS e superare così i tumori provocati dal Papillomavirus (HPV).

È quanto ha firmato nei giorni scorsi il Consiglio Nazionale dei Giovani (organismo di cui da anni è membro anche AVIS), insieme a Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia, IncontraDonna, CittadinanzAttiva, Fondazione Umberto Veronesi e ThinkYoung. Il documento, presentato nel corso di un webinar in occasione dell’International HPV Awareness Day, vuole sensibilizzare il Governo italiano ad attuare interventi, in tempi ben definiti, per vaccinare almeno il 90% della popolazione, assicurare l’accesso a screening cervicali gratuiti, trattare almeno il 90% dei casi di tumore cervicale e lesione precancerosa e prevedere iniziative di comunicazione e informazione per diffondere sempre più la conoscenza del Papillomavirus e le strategie per prevenzione e cura.

Quattro i punti indicati nel “Manifesto per l’eliminazione dei tumori HPV-Correlati”:

  • potenziare e rendere i servizi di prevenzione vaccinale e gli screening più accessibili;
  • avviare campagne informative e di sensibilizzazione rivolte all’intera popolazione;
  • promuovere programmi di prevenzione primaria e secondaria dei tumori in modo da garantire a tutti l’accesso in sicurezza alle opportunità offerte dal nostro sistema sanitario nazionale;
  • monitorare, con cadenza almeno semestrale, i livelli di copertura vaccinale e screening attraverso nuovi strumenti digitali.

Come ha spiegato Walter Ricciardi, presidente della Mission Board for Cancer della Commissione Europea, «l’Australia entro il 2035 diventerà il primo Paese al mondo a eliminare i tumori causati dall’HPV, mentre il Canada raggiungerà l’obiettivo nel 2040. In Italia attualmente l’intero sistema sanitario nazionale sta affrontando una situazione molto difficile a causa della pandemia. Sulla carta, abbiamo tutti gli strumenti per essere il primo Paese europeo a debellare definitivamente questi tumori. Infatti i livelli essenziali di assistenza già prevedono la vaccinazione gratuita nel corso del dodicesimo anno di età sia per gli adolescenti maschi che per le femmine e lo screening Pap-test e HPV, nonché la possibilità di trattare questi tumori. Un obiettivo ambizioso, ma raggiungibile attraverso una migliore e omogenea organizzazione e gestione delle risorse disponibili e informazione da parte delle Istituzioni sui programmi di prevenzione».

Nel nostro Paese sono oltre 6500 i tumori provocati dal Papillomavirus, numeri su cui il Covid sta generando effetti notevoli: «La pandemia sta compromettendo la prevenzione primaria e secondaria di queste forme – spiega il presidente di AIOM (l’Associazione italiana oncologia medica), Saverio Cinieri – Per questo, gli esami di screening devono ripartire dopo le interruzioni registrate nel corso del 2020. Vanno inoltre rilanciate le vaccinazioni perché si stima che siano oltre un milione gli adolescenti non coperti dal 2018 dal rischio di contrarre lesioni precancerose o neoplasie a cervice uterina, ano, pene, vulva o vagina. Prima dell’esplosione della pandemia, in Italia la copertura vaccinale media per HPV si attestava al 60% e quindi ben al di sotto della soglia ottimale del 95% prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale. Tuttavia, è un dato discreto soprattutto se confrontato a quelli registrati in altri Paesi europei».

Secondo il coordinatore del Gruppo vaccini e politiche vaccinali della SITI (la Società italiana di igiene e medicina preventiva), Giancarlo Icardi, «già nell’estate del 2020 era stato riscontrato come il 68% delle ASL avesse posticipato le vaccinazioni anti-HPV degli adolescenti. Questi problemi si stanno amplificando perché le risorse umane sono dedicate in prima linea alla campagna di vaccinazione anti-Covid-19. Le immunizzazioni routinarie dei più giovani però devono proseguire di pari passo con quelle previste per la pandemia. Deve essere una priorità dell’intero SSN recuperare le coorti perdute e il modello da seguire può arrivare proprio dagli stessi strumenti che sono stati messi a punto contro la pandemia».

Un esame che permette uno screening ancora migliore della popolazione femminile. Così il presidente della Fondazione Umberto Veronesi, il professor Paolo Veronesi, ha definito l’HPV-Test: «Risulta fondamentale effettuare controlli continui su tutto il territorio nazionale dei tassi di adesione a screening e vaccinazioni. Un aiuto prezioso per il monitoraggio può arrivare proprio dagli strumenti digitali che, come la pandemia ha dimostrato, sono sempre più importanti in sanità e medicina».

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com