Lo studio, condotto dall’ospedale Bambino Gesù di Roma insieme ad altri centri italiani, ha permesso di capire come le cosiddette “cellule natural killer” agiscano nella difesa dai virus e contro la crescita e diffusione di tumori e metastasi
Sapete perché il sangue è così importante? Consente di garantire terapie a migliaia di pazienti cronici e, dai suoi componenti, vengono ricavati farmaci salvavita. Ma pensiamo mai a quanto sia un vero e proprio “alleato” di chi, quotidianamente, studia e lavora per individuare nuove soluzioni cliniche?
La ricerca passa dal sangue. E AVIS Nazionale lo sa bene, visto il suo impegno al fianco di realtà come Fondazione Telethon e AIL storicamente impegnate in questo ambito. Un ambito verso il quale teniamo sempre alta l’attenzione, non solo perché nuove scoperte vanno a vantaggio della salute di tutti, ma anche per ribadire costantemente quanto la donazione sia un gesto da cui l’intero sistema sanitario non può prescindere. Ebbene nei giorni scorsi sul Journal of Allergy and Clinical Immunology, una prestigiosa rivista scientifica, sono stati pubblicati i risultati di uno studio condotto dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma insieme ad altri importanti centri italiani: l’università e l’ospedale Gaslini di Genova, il policlinico San Martino (sempre del capoluogo ligure), il Sacro Cuore Don Calabria (Verona), l’università di Torino e l’ospedale di Sanremo.
La ricerca ha individuato quella che potrebbe considerarsi una vera e propria “scorciatoia” del nostro sistema immunitario per far sì che l’organismo venga fornito di più difese possibili (le cellule cosiddette “natural killer”) contro virus e altri agenti. Parliamo delle nuove cellule staminali “super efficienti”. Spieghiamo. Le natural killer, come si può intuire dal nome, ci difendono da infezioni di vario genere, ma agiscono anche contro crescita e diffusione di tumori e metastasi. Hanno un ciclo di vita di pochi giorni e il loro ricambio è garantito dalle staminali che, come sappiamo, generano tutte le cellule presenti nel sangue. In situazioni particolari, ad esempio infezioni o patologie infiammatorie, si esauriscono con maggiore facilità : ecco allora che le staminali, dividendosi, producono nuove cellule difensive del sangue, anche se per generare natural killer “mature” occorrono diverse settimane. Troppo tempo se si è di fronte a una forte infiammazione.
I ricercatori hanno analizzato campioni di sangue di bambini e adulti affetti da HIV, epatite C e infezione da citomegalovirus e hanno individuato due nuovi tipi di cellule staminali grazie alle caratteristiche dei marcatori presenti sulla loro superficie. Molte delle natural killer generate da queste nuove cellule hanno un recettore che permette di riconoscere i virus, in particolare il citomegalovirus, e impedirne la replicazione. Quanto dimostrato potrebbe aprire la strada a nuove strategie terapeutiche anche in ambito oncologico, magari con farmaci in grado di rafforzare queste cellule e stimolarne la proliferazione direttamente nei pazienti o in laboratorio per poi infonderle nei pazienti stessi.
Dopo lo studio che individua le staminali come possibile cura anche contro la sclerosi multipla, studi ancora preliminari – riportano i ricercatori – avrebbero “individuato numeri elevati di nuove cellule anche nei pazienti con Covid-19”.
Una possibile strada verso nuove strategie contro la pandemia?